Nicola Rao, giornalista televisivo, esperto di terrorismo, già autore de La Fiamma e la Celtica, torna sul tema del neofascismo italiano con una seconda opera che indaga con la lente di ingrandimento il tragico evolversi dell’estremismo di destra: dalla sconfitta del Fascismo repubblichino fino all’evolversi della strategia della tensione. Una storia fatta di sangue e vendette, di una rivoluzione impossibile che ha travolto centinaia di militanti in un gioco balordo che ha spezzato centinaia di vite.
Il libro di Rao è un libro coraggioso e, finalmente, senza reticenze o pudori che scandaglia la voglia di scorciatoie che una certa destra estrema praticò nel tentativo di costruire un nuovo ordine, appoggiandosi però alla parte più marcia, retriva e vecchia dei corpi dello Stato: i settori golpisti delle nostre Forze Armate. Il risultato è molto più di un pamphlet. E’ una ricerca impietosa che può portare solo contributi positivi alla ricerca storica di un periodo che oggi vede alcuni di quegli ambigui protettori degli epigoni stragisti sedere tranquillamente in Parlamento o nelle file del Governo italiano.
Per settembre 2009 è prevista l’uscita dell’opera (Il piombo e la Celtica) che concluderà la trilogia.
Nicola Rao
IL SANGUE E LA CELTICA. Dalle vendette antipartigiane alla strategia della tensione. Storia armata del neofascismo
Sperling & Kupfer, 459 pagine, 18,00 euro
C’è uno spaccato dell’Italia degli anni a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta in questo libro di Philp Willan, giornalista inglese free lance che da molti anni vive in Italia. C’è la mafia, c’è la massoneria, c’è la banda della Magliana e c’è soprattutto l’ancora oggi oscura morte (anche se è ormai assodato che di assassinio si tratta) di Roberto Calvi, il potente presidente del Banco Ambrosiano finanziatore di papa Giovanni Paolo II e non solo. Sullo sfondo ci sono però anche gli intrighi dell’Opus Dei, la massoneria bianca, e la guerra fredda, nonché uno stuolo di figure criminali di faccendieri italiani e internazionali.
Diversamente di libri finora scritti sul caso Calvi, quello di di Willan ha un pregio: è il primo che riesce a dare respiro ad una storia criminale così fitta di intrecci da risultare spesso poco comprensibile. Perché Willan ha l’abilità di inserire una storia di furbizie e ricatti incrociati nel suo esatto contesto, senza fare sconti a nessuno e tantomeno al Vaticano.
Philip Willan
L’ITALIA DEI POTERI OCCULTI
Newton Compton Editori, 313 pagine, 14,90 euro
Un libro sul ’68 riletto quarant’anni dopo e due Dvd ricchi di interviste ad alcuni dei protagonisti dell’epoca.
Il libro è di Adalberto Baldoni, studioso del fenomeno politico della destra italiana, che qui si cimenta con un mondo opposto a quello dal quale egli stesso proviene. Lo fa con molta professionalità e onestà intellettuale, Ma anche con la curiosità del giornalista ed il disincanto dello scrittore per raccontarci la genesi di una stagione che se non deve essere mitizzata non può certamente essere considerata – come sembra andare molto di moda in questo periodo - all’origine di problemi che riguardano invece i ritardi di una democrazia incompiuta e ancora sotto tutela di una politica vecchia e immatura.
Il libro di Baldoni è stimolante, di facile lettura, ben documentato e di buona completezza. Così come è indubbiamente interessante la parte filmica curata da Ferdinando Vicentini Origliani con interviste, tra gli altri, Adriano Sofri, Mario Capanna, Marco Boato, Franco Piperno, Oreste Scalzone, Stefano Delle Chiaie, Alaine Toureine, Lawrence Ferlinghetti.
Adalberto Baldoni, Ferdinando Vicentini Orgnani
SESSANTOTTO. L’utopia della realtà
Istituto Luce, 150 pagine, + 2 Dvd, 14,90 euro
Un tuffo nel passato. Un tuffo lungo più di 30 anni. Per approdare alle origini di quel fenomeno che è andato sotto il nome di “pentitismo” che se da un lato ha certamente scardinato organizzazioni terroristiche e criminali, dall’altro ha creato delle vere e proprie aberrazioni giudiziarie, trasformando i cosiddetti “collaboratori di giustizia” in oracoli buoni per tutte le stagioni, con la complicità magistrati tanto innamorati dei propri teoremi da essere disposti a qualsiasi compromesso ed avvocati senza scrupoli (ce ne sono stati alcuni che di “pentiti” ne gestivano anche dozzine e tutti confermavano ciò che ognuno di loro diceva, chissà come mai...).
Alle origini della legislazione sui “pentiti” – ha ragione Antonella Beccaria – c’è la storia di Carlo Fioroni, un’estremista di sinistra, amico anche di Feltrinelli, uno che arrivò ad ammazzare un amico, l’ing. Carlo Saronio, in nome della rivoluzione e che quella stessa ipotesi rivoluzionari tradì, tirando in ballo anche degli innocenti, al solo scopo di salvarsi dal carcere.
Figura laida ed ambigua quella di Fioroni alla base di uno dei più grandi abbagli che la magistratura italiana abbia mai preso: la vicenda del “7 aprile” e la caccia all’autonomia operaia scatenata dal giudice padovano Pietro Calogero.
Un solo appunto per la brava Antonella Beccaria: attenzione a trattare il caso Campanile con il metro delle sentenze attuali. Il “pentito” Andrea Bellini, che del delitto di Alceste si accusa, è solo un altro “pentito” di Stato. Proprio come Fioroni.
Antonella Beccaria
PENTITI DI NIENTE. Il sequestro Saronio, la banda Fioroni e le menzogne di un presunto collaboratore di Giustizia
Stampa alternativa, 215 pagine, 12,00 euro
Diciamolo francamente: il sottotitolo di questa riedizione di un libro uscito negli anni Ottanta è decisamente un po’ presuntuoso e pretenzioso. Se è vero infatti che Patrizio Peci, il primo “pentito” delle Brigate rosse, dette un notevole contributo allo smantellamento delle colonne torinese e genovese dell’organizzazione armata (sua l’imbeccata a Dalla Chiesa per l’inutile strage di via Fracchia), è vero anche che, come sostenne un altro brigatista di ben altro spessore, Alberto Franceschini fu la marcia dei 40 mila capetti della Fiat, nello stesso anno, a sconfiggere la politica brigatista ormai asfittica e priva di contatti nelle fabbriche.
Ma al di là del tentativo di trasformare in santino una delle figure più deboli psicologicamente e impreparate politicamente delle Br, il libro è ancora oggi, a quasi 30 anni dall’arresto del suo autore, pieno di buchi e reticenze. E resta da chiedersi quale stringente vincolo di sangue leghi ancora oggi Peci ai carabinieri per non svelarci quale sia stato il suo vero rapporto con il generalissimo Dalla Chiesa e soprattutto la storia del suo doppio arresto.
“Pentito”, infiltrato o uomo dello Stato? Il libro non scioglie l’interrogativo ed è godibile allora solo nelle parti in cui lo stesso Peci abbozza un ritratto della vita quotidiana di alcuni singoli brigatisti all’interno della formazione.
Patrizio Peci
IO L’IFAME. Storia dell’uomo che ha distrutto le Brigate rosse.
Premessa di Luca Telese, prefazione di Giordano Bruno Guerri
Sperling & Kupfer, 254 pagine, 15,00 euro
Questo libro raccoglie gli atti di un convegno, svoltosi nel maggio 2007 ad Arezzo, sugli archivi che lo scrittore americano Robert Katz ha donato al comune di Pergine Valdarno, un archivio prezioso che è un patrimonio per la conservazione della memoria su uno dei fatti più eclatanti e devastanti della nostra storia: il sequestro di Aldo Moro, un argomento di cui Katz si è occupato lungo tutta la sua esistenza, scrivendone ma partecipando anche alla realizzazione del film di Giuseppe Ferrara il caso Moro.
Il libro, oltre ad interventi di specialisti, contiene anche l’elenco di tutto il materiale dell’Archivio Katz sulla vicenda Moro proveniente dal Dipartimento di Stato americano e che non appena ordinato potrà essere consultato dagli studiosi.
AA.VV.
UNO SGUARDO AMERICANO SU ALDO MORO. Gli anni Settanta nell’archivio di Robert Katz
Edizioni Polistamopa, 100 pagine, 10 euro
La storia della vita e della morte dell'attrice più famosa del mondo raccontata nei suoi risvolti più oscuri, sulla base di nuovi documenti inediti degli archivi dell' Fbi. A partire da quelli che vogliono Marilyn Monroe in rapporto con alcuni esponenti di spicco del Partito comunista americano.
Controllata dall' Fbi sin dai tempi del matrimonio con lo scrittore Arthur Miller, sospettato di simpatie comuniste, e della relazione con l'attore e chansonnier Yves Montand, che aveva aderito al Partito comunista francese, di lei l’Fbi sapeva tutto. Contava il numero dei suoi amanti; registrava ogni suo incontro. Fu così che l’Fbi fece una scoperta sensazionale: Marilyn Monroe era comunista. Lo era diventata frequentando l’alcova di un ricco signore americano, Frederick Vanderbilt Field, a capo della famosa dinastia di ricchissimi e potenti industriali americani, fondatore del Partito comunista americano, favorevole a una politica di apertura verso l'Unione Sovietica e la Cina, e di sostegno a Cuba.
L'Fbi scoprì che gran parte delle informazioni esclusive venivano riferite a Vanderbilt Field proprio dalla sua amante. La Monroe riceva notizie e indiscrezioni direttamente dal presidente Kennedy. Così risulta che Marilyn conoscesse il progetto dell'attacco alla Baia dei Porci, a Cuba, e il tentato assassinio di Castro.
Compagna Marilyn, scritto da un cronista di razza, è l'unico libro sulla vita della Monroe che si basi su una documentazione assolutamente inedita.
Mario La Ferla
COMPAGNA MARILYN. Comunista, spia, cospiratrice. I retroscena della vita e della morte di Marilyn Monroe in un rapporto segreto dell’Fbi
Stampa alternativa, 312 pagine, 15,00 euro
Mary Pace è una giornalista che nel 1990 conosce uno dei personaggi più oscuri ed inquietanti degli anni della strategia della tensione, quel Guido Giannettini, giornalista anche lui, uomo dei servizi segreti, finito dentro l’inchiesta sulla strage di piazza Fontana. Comincia così un sodalizio che la porta a lunghi colloqui con uno degli esponenti più in vista di quella zona grigia italiana dove giochi di potere e giochi sporchi dei servizi segreti hanno inquinato un lungo tratto della democrazia italiana.
La voce di Mary Pace ovviamente è tutta in difesa della figura di Giannettini che dopo essere stato usato dalle menti occulte dello stragismo italiano è finito povero in canna e abbandonato da tutti quelli che lo avevano protetto prima di spegnersi non molti anni or sono. Quello che emerge è uno spaccato dell’Italia che fu, ma è un ritratto dall’interno di un sistema di potere e di condizionamento della politica italiana, fatto di ricatti e cinismo, che nonostante il trascorrere del tempo non appare mutato un granché.
Il libro, ricco di documentazione inedita, affronta temi come la morte di Calabresi, la strage di piazza Fontana, il “suicidio di Stato” del col. Rocca, il ruolo del Mossad in Italia, le figure di spioni come Maletti e Labruna.
Mary Pace
PIAZZA FONTANA. L’inchiesta: parla Guido Giannettini
Armando Curcio editore, 351 pagine, 15,90 euro
Chi ancora pervicacemente crede al Vaticano come ad un’oasi di serena spiritualità, composto da ecclesiastici dediti al bene comune, resterà profondamente deluso da questo libro davvero impietoso.
David Alvarez, con il rigore dello storico e la minuziosità del frequentatore di archivi ci svela l’altra faccia dello Stato del Vaticano ed il suo pieno coinvolgimento negli intrighi internazionali più incredibili e spietati da almeno due secoli a questa parte. Che la Santa Sede avesse un proprio servizio segreto non è una novità. Del tutto inedito è invece il modo in cui questi stessi spioni hanno agito ed agiscono per assicurare non solo la stabilità di uno degli ultimi Stati monocratici esistenti al mondo, ma anche la sua ricchezza materiale.
Un libro che svela in pieno gli aspetti più oscuri della storia politica e della diplomazia internazionale.
Prendendo in esame i pontificati degli ultimi dieci papi, il libro comincia il suo racconto da papa Pio VII, detto la “nemesi di Napoleone” per arrivare ai giorni nostri, passando per “il papa di Hitler”, quel Pio XII che oggi Ratzinger vorrebbe fare santo.
David Alvarez
I SERVIZI SEGRETI DEL VATICANO. Spionaggio, complotti, intrighi da Napoleone ai giorni nostri
Newton Compton editori,- 352 pagine, 9,90 euro
Nel 1988 Sergio Flamigni, componente della commissione d’inchiesta parlamentare sul caso Moro scrisse il suo primo libro, il primo di una lunga serie interamente dedicata all’eccidio di via Fani e al sequestro e all’uccisione del presidente della Dc.
Quella che vi proponiamo è la prima edizione del libro che in seguito sarà più volte ripubblicato con aggiornamenti da un altro editore.
Questa prima edizione a nostro parere è la più bella anche perché dimostra che appena dieci anni dopo Flamigni del caso Moro se non aveva colto appieno ancora tutta la comp0lessità, aveva certamente messo a fuoco l’intrigo che si nascondeva dietro la vicenda.
Oggi, trent’anni dopo, è indubbio che del caso Moro sappiamo molto di più. Sappiamo soprattutto che Moro fu lasciato scientemente morire da chi deteneva il potere per un cinica scelta in cui si mescolavano interessi internazionali e interessi personali dei singoli attori. Ma in quel suo primo libro Flamigni riuscì a cogliere l’essenza del male che sottende tutta la tragica vicenda: una tela del ragno che avvolse e soffocò lo sviluppo della democrazia italiana costruita ad arte da alcuni spregevoli burattinai che ancora oggi siedono nel Parlamento italiano.
Sergio Flamigni
LA TELA DEL RAGNO. Il delitto Moro
Edizioni Associate, 302 pagine, 10 euro
Di storie assurde di un Paese assurdo come il nostro Andrea Vianello ne racconta da anni e non solo da quando è alla guida di Mi manda Raitre, il popolare programma televisivo che denuncia le tante soverchierie che il cittadino deve subire. Ora in questo libro raccoglie le più eclatanti, spesso sbalorditive, tanto paradossali da spingere al sorriso se non si trattasse di storie vere al limite del dramma.
Come può succedere che un ospedale perda il rene di un paziente nel passaggio dalla sala operatoria al laboratorio di analisi? Chi potrebbe credere che due anziani vivano con una cabina elettrica dentro casa, tra la cucina e la camera da letto? È possibile che un condominio di Roma scopra che nelle proprie cantine è nata una moschea abusiva? O che un affittuario moroso venga sfrattato ma lasci nell'appartamento più di venti cani, che il proprietario dell'immobile è costretto per legge a sfamare ogni giorno? E se una donna scopre che il proprio marito, da cui è separata ma non divorziata, è bigamo, essendosi risposato negli Stati Uniti con il beneplacito del nostro consolato?
Queste sono solo alcune delle tante storie surreali ma vere affrontate dal programma di Andrea Vianello che ora le racconta in questo libro con maestria e con quel filo di ironia che ha fatto di lui un personaggio amato dal pubblico.
Ne emerge il ritratto di un Paese assurdo ma dentro il quale risalta la forza morale dei singoli cittadini, spesso abbandonati dalle istituzioni e costretti a lottare da soli contro l'incredibile.
Andrea Vianello
ASSURDO ITALIA. Storie incedibili ma vere di un Paese paradossale
Baldini Castoldi Dalai editore, 196 pagine, 17,50 euro
Se si escludono quelli a regime totalitario, l’Italia è l’unico Paese al mondo dove i manager vengono stipendiati lautamente al di là dei risultati raggiunti dalle loro aziende. Se si va poi nel settore dell’industria di Stato si arriva al parossismo di un dirigente delle Ferrovie dello Stato che dopo averle distrutte è passato all’Alitalia per distruggerla e ad ogni uscita di scena ha ottenuto liquidazioni a sei zeri.
In questo libro, Gianni Dragoni e Giorgio Meletti ci propongono un viaggio nel capitalismo italiano e nelle sue specificità (per non dire obbrobriose storture) e fanno i conti in tasca ai padroni, cioè a loro, ai manager, esordendo con un dato sconvolgente: mentre la Borsa nel 2007 ha perso circa l’8 per cento, gli stipendi dei manager sono aumentati del 17 per cento. Un esempio per tutti: nel 2004 e 2005 l’Impregilo, società del gruppo Fiat, ha perso centinaia di milioni, ma il suo amministratore delegato, Pier Giorgio Romiti, figlio di degno padre, ha ricevuto negli stessi anni compensi per oltre due milioni di euro.
E’ un viaggio che ci fa capire in pieno l’arretratezza del sistema Italia dove la parola chiave per tutti i mega dirigenti è una sola: obbedienza. Come insegna la saga infinita dei dirigenti pubblici, spostati da una parte all’altra, sempre con buonuscite record, e dopo aver accumulato, molto spesso, perdite disastrose.
Un libro che è uno spaccato impietoso di un paese a democrazia incompiuta. Troppo vicino ancora al terzo mondo.
Gianni Dragoni, Giorgio Meletti
LA PAGA DEI PADRONI. Banchieri, manager, imprenditori. Come e quanto guadagnano i protagonisti del capitalismo all’italiana
Chiarelettere, 278 pagine, 14,60 euro
La cronaca con sempre maggiore insistenza ci propone storie di donne e crimini. Donne che uccidono, ma anche adolescenti, ma anche madri.
In questo libro Massimo Buttarini, psicologo, consulente del Tribunale di Perugia, e Marco Vantaggiato, psicologo e psicodiagnosta, affrontano un tema che negli ultimi anni ha turbato e appassionato l’opinione pubblica. Quello che ci propongono, come afferma il titolo, è un viaggio nella psiche della femminilità assassina. Si parte dalle ombre delle adolescenti come Erica De Nardo (il duplice delitto di Novi Ligure) e Ambra, Veronica e Milena, le supposte sataniste assassine di suor Maria Laura Mainetti, per arrivare ad un ampio excursus internazionale e approdare alle violenze che le donne perpetrano contro gli uomini al riparo delle pareti domestiche.
Un viaggio accompagnato da profonde analisi introspettive con un solo scopo: comprendere la genesi e lo sviluppo di alcune condotte criminali femminili anche attraverso un approccio critico alle attuali rappresentazioni della donna solitamente solo oggetto di violenza.
Massimo Buttarini e Marco Vantaggiato
DONNE CRIMINALI. Un viaggio attraverso il lato oscuro della femminilità
Experta edizioni, , 397 pagine, 27,00 euro
Che rapporto esiste tra mafie e informazione? E’ possibile raccontare la mafia, le mafie, e in questo modo dare un contributo alla sua, loro, sconfitta?
Sono queste le domande a cui questo bellissimo libro, curato da un giornalista di razza come Roberto Morrione, cerca di rispondere, partendo da un assunto tragico quanto reale: non è lo Stato che sta contrastando la criminalità organizzata. Anzi lo Stato troppo spesso contrasta il lavoro di altri contro le mafie che non sono, ormai è assodato, un Controstato, ma una componente dello Stato stesso. Per dirla come lo scrittore Salvatore Lupo, “c’è una richiesta di mafia nella società italiana” che proviene dai settori della politica e dell’imprenditoria, della finanza e dell’economia, ma anche purtroppo dalla stessa società civile.
E allora un compito prezioso spetta all’informazione.
Il libro contiene, tra l’altro, saggi di Don Luigi Ciotti, Saverio Lodato, lo stesso Roberto Morrione, un interessante articolo dei genitori di Ilaria Alpi scritto assieme a Mariangela Gritta Grainer, la parlamentare che più da vicino ha seguito la vicenda dell’assassinio della giornalista e del suo operatore Miran Hrovatin, oltre a interventi su come informare localmente sulle mafie presenti sul territorio italiano.
Roberto Morrione (a cura di)
GIORNALISMI & MAFIE. Alla ricerca dell’informazione perduta
Edizioni Gruppo Abele, 191 pagine, 14 euro
Finalmente un libro che ha il coraggio di smascherare la panzana che i media continuano a raccontarci. Ossia che la mafia, tutte le mafie, siano un Antistato, cioè un nemico dello Stato, qualcosa di contrapposto allo Stato. Con abilità e competenza, Bruno De Stefano ci spiega invece che la criminalità non è altro che un pezzo dello Stato che senza la connivenza della politica e dell’acquiescenza di certi corpi dello Stato potrebbe ripiegare in tempi brevissimi. Non un semplice o complicato sistema di potere alternativo quindi, ma un potere che ha il volto del Potere e che ormai non si annida più nelle classiche tre regioni più la Puglia, ma assedia ogni regione d’Italia ed è quindi diventato un problema nazionale. Un problema quasi sempre tollerato, ma a volte addirittura foraggiato da chi avrebbe il dovere di combatterlo.
Bruno De Stefano, 42 anni, è un vero giornalista investigativo che meriterebbe anche nel mondo del giornalismo di una tribuna ben più qualificata del giornale in cui è costretto a scrivere per vivere. Ma questa è un’altra storia che però, a ben vedere, non è poi molto lontana da quella che racconta in questo libro magistrale.
Bruno De Stefano
LA PENISOLA DEI MAFIOSI. L’Italia del pizzo e delle mazzette. Tra corruzione e violenza la fotografia di un Paese ostaggio della criminalità organizzata
Newton Compton Editori, 336 pagine, 12,90 euro
Da anni e anni si continuano a scrivere libri che focalizzano un aspetto alla volta della criminalità italiana. Si scrive di Cosa nostra separatamente dallo scrivere di ‘Ndrangheta e Camorra, senza tenere invece conto del fatto che queste tre mafie - a cui va aggiunta quella minore (per ora) della Sacra corona unita pugliese – fanno parte di un sistema criminale nazionale.
Questo libro di Enzo Ciconte, tra l’altro presidente dell’Osservatorio sulla sicurezza e la legalità della Regione Lazio, mette in luce somiglianze e differenze tra le tre organizzazioni, nonché il ruolo da esse svolto in determinati momenti della storia d'Italia.
Particolare attenzione è dedicata alle origini delle mafie e alle loro successive trasformazioni, all'importanza delle gerarchie, delle cerimonie di affiliazione e dei regolamenti interni.
Vengono passate in rassegna e analizzate le attività criminali; dai traffici internazionali di droga ai sequestri di persona, dai rapporti con la politica a quelli con il mondo dell'economia e dell'industria.
L'autore spiega infine le ragioni del successo di questo modello di organizzazione mafiosa su tutti gli altri e della sua eccezionale capacità di resistere alle trasformazioni sociali.
Enzo Ciconte
STORIA CRIMINALE. La resistibile ascesa di mafia, ‘ndrangheta e camorra dall’Ottocento ai giorni nostri
Rubbettino, 432 pagine, 14,00 euro
Il protagonista del libro è quel Bruno Contrada (lo sbirro) che al termine di un lunghissimo iter giudiziario è stato condannato con sentenza definitiva e che ora, vecchio e malato, sta finendo la sua vita agli arresti domiciliari.
La sua è una storia giudiziaria incredibile e ancora piena di buchi e di inquietanti punti interrogativi. La storia di un uomo che dopo aver guidato la lotta alla mafia in Sicilia, arrivato ai vertici del Sisde, il vecchio servizio segreto civile, nel giro di una sola giornata, nel dicembre del 1992, finì in un tritacarne di accuse e sospetti sollevati da un stuolo di “pentiti” buoni per tutte le stagioni, molti dei quali, nel tempo, dichiarati inattendibili dalla stesa magistratura.
Eppure lo Stato si è scagliato senza ritengo contro di lui che aveva un torto solo: appartenere ad una cordata di potere in antitesi a quella insediatasi a Palermo negli anni della mafia stragista. Il libro è un atto di accusa contro la gestione dei “pentiti” che sono serviti anche per lotte di potere all’interno dell’antimafia.
Ma nel libro non c’è solo la storia di Contrada. Ci sono anche quelle di altri uomini dello Sato messi sotto accusa da quella stessa procura. Dispiace solo l’accostamento che Lino Jannuzzi fa tra vittime costruite a tavolino come il maresciallo Antonino Lombardo e il tenente Carmelo Canale (entrambi carabinieri), quest’ultimo uomo fidato di Paolo Borsellino da un lato e dall’altro personaggi su cui è difficile mettere la mano sul fuoco come il gen. Mario Mori e il cap. Sergio Di Caprio, detto “Ultimo” (carabinieri anche loro) ma coinvolti in vicende che seppure hanno superato positivamente il vaglio dei tribunali restano oscure. Basti pensare alla mancata perquisizione del covo di Totò Riina...
Lino Jannuzzi
LO SBIRRO E LO STATO
Prefazione di Stefania Craxi
Koinè nuove edizioni, 187 pagine, 14,00 euro
E’ un bubbone esploso solo di recente, ma nella coscienza di molti il fenomeno era già tragicamente noto da sempre. Stiamo parlando della pedofilia nella Chiesa e dei preti pedofili (5.000 casi scoperti solo negli Stati Uniti) e delle migliaia di giovani vite deturpate e rovinate da uomini di fede repressi e deviati nella loro sessualità da una dottrina ipocrita e sessuofobica come quella della religione cattolica. Un fenomeno sul quale la Chiesa, con le sue falsità ed il suo silenzio, ha responsabilità epocali.
Tra i maggiori responsabili di questa incredibile situazione, dove la vittima viene continuamente confusa con il carnefice, c’è papa Giovanni Paolo II che ha sempre coperto Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo, ritenuto colpevole di decine di abusi sessuali su giovanissimi.
Ma ora finalmente qualcosa comincia a muoversi. Il muro dell’omertà e del silenzio è stato rotto. Questo libro raccoglie le voci di chi ha avuto il coraggio di ribellarsi e di denunciare. Ma anche quelle che raccontano come un prete oggi sia costretto a vivere la sua sessualità ed il suo voto di castità.
Vania Lucia Gaito
VIAGGIO NEL SILENZIO. I preti pedofili e le colpe della Chiesa. Storie e testimonianze
Chiarelettere, 273 pagine, 13,00 euro
Una nuova colata di cemento si abbatte sull'Italia, a partire dalla Liguria.
Castelli, ex fabbriche, conventi, colonie, ex manicomi, ospedali: tutto si può "riqualificare", parola magica che nasconde ben altro. Politici locali e nazionali, di destra e di sinistra, imprenditori, alti prelati, banchieri, siedono contemporaneamente in più consigli di amministrazione e si spartiscono cariche pubbliche, concorsi, appalti, finanziamenti.
La Liguria sta coprendosi di quasi tre milioni di metri cubi di cemento e se non c'è più posto a terra, si prova sul mare, costruendo nuovi porti per decine di migliaia di posti barca. Non mancano neppure i grattacieli, opera di architetti prestigiosi (Bofill e Fuksas a Savona, Consuegra ad Albenga) che hanno messo da parte qualsiasi scrupolo paesaggistico. Parlando di cemento e di piani regolatori, si arriva necessariamente a parlare della mancanza di regole di una classe dirigente in bilico tra l'imbroglio, la trama del sottogoverno e l'interesse personale. Ma non tutto è perduto. Basta cominciare dal basso.
Scritto da due giornalisti, questo Il Partito del cemento non è solo un libro di denuncia. Lascia intendere che un altro modo di intendere il progresso e lo sviluppo è possibile. E non è poco.
Marco Preve, Ferruccio Sansa
IL PARTITO DEL CEMENTO. Politici, imprenditori, banchieri. La nuova speculazione edilizia
Prefazione di Marco Travaglio
Chiarelettere, 298 pagine, 14,60 euro
La questione dei rifiuti a Napoli e in Campania sembra quasi dimenticata. I media hanno certamente fatto un “buon lavoro” nel far scomparire dalle prime pagine dei giornali uno scandalo che continua ma che appare ora superato perché ormai in questo Paese ciò che conta non è la realtà ma come i potenti la raccontano.
Rita Pedditzi, giornalista free lance, ha un merito. Quello di attenersi ai fatti e di scavare sotto ai fatti. E scavando, scavando ha scoperto quello che nessuno ormai dice più: che l’immondizia napoletana è oro, è l’oro sporco e maleodorante, ma pur sempre oro. Una montagna di denaro che ha reso lo smaltimento illegale di rifiuti un vero e proprio core business per la camorra. Per la gente, come ad Acerra, brutte sorprese, come un'incidenza di tumori doppia rispetto al resto dell'Italia. Quattordici anni di emergenza serviti solo a sprofondare denaro pubblico, mentre continuavano le truffe del giro bolla, le discariche abusive, e le carrette del mare affondavano al largo cariche di spazzatura. Il tutto nell'inefficienza di chi avrebbe dovuto risanare una situazione che era stata definita emergenziale già nei primi anni Novanta: tra migliaia di lavoratori socialmente utili in disarmo, mezzi per la pulizia acquistati e mai utilizzati, e una pioggia di denaro pubblico sulla Campania. Finché a dicembre 2007 la situazione esplode: strade invase dalla monnezza, roghi dei cassonetti, presidi, pompieri aggrediti, lotte di cittadini che non vogliono avere una discarica nel giardino accanto. Quando arriva l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro a risolvere il problema, si promette che tutto si aggiusterà in tre mesi. Ma questa è rifiutopoli, bellezza, e non ci puoi fare niente. Un viaggio sconvolgente attraverso una regione che è diventata, suo malgrado, la pattumiera d'Italia. Miniera d'oro, criminalità. E cancro.
Rita Pedditzi
RIFIUTOPOLI. Napoli: da Regno delle due Sicilie a capitale della monnezza. Il documento sconvolgente sulla discarica Campania
Aliberti editore, 141 pagine, 14,00 euro
E’ il problema cardine con cui il mondo si dovrà confrontare negli anni a venire, a patto che riesca ad occuparsene seriamente fin da adesso. La questione energetica, non solo quella dell’approvvigionamento viste le ridotte riserve di petrolio, ma anche e soprattutto quella del suo utilizzo razionale, sono da tempo al centro dell’attenzione, ma in molti sembrano non rendersene conto.
Molte le domande che pone questo bel libro: i nostri consumi di energia possono continuare ad aumentare all’infinito? Quanti e quali riserve energetiche ospita ancora l’astronave Terra? Quali sono le fonti di energia sostitutive del petrolio? Quale civiltà ci attende in presenza di una probabile e necessaria riduzione dei consumi individuali di energia?
Il libro affronta anche alcuni miti che sono decisamente da sfatare. Come quello che afferma che i problemi energetici si possono risolvere con il ricorso alla produzione di energia nucleare. Dal momento che i Paesi europei non possiedono sufficienti riserve di uranio, anche ipotizzando di produrre tutta l’elettricità attraverso le centrali nucleari, avremmo soddisfatto solo un quarto dei nostri attuali consumi.
Nicola Armaroli, Vincenzo Balzani
ENERGIA PER L’ASTRONAVE TERRA. Quanta ne usiamo, come la produciamo, che cosa ci riserva il futuro
Zanichelli, 239 pagine, 11,50 euro
Fragole e Uranio è un libro che ripercorre la protesta dei cittadini lucani contro il progetto governativo di installare una discarica di scorie nucleari nel sito di Scanzano Jonico. Un racconto scritto da Pasquale Stigliani e Francesco Buccolo, protagonisti della lotta, che hanno dato voce alla rabbia e alla paura di un intero popolo verso scelte troppo spesso azzardate nei metodi e nei tempi. In un viaggio che da Terzo Covone, campo base della rivolta, giunge sino a Roma, gli autori riscoprono solidarietà e comunanza di interessi, quegli stessi valori che hanno caratterizzato le lotte contadine del passato. Pagine di denuncia, dunque, proprio quando il tema della questione nucleare torna prepotentemente d'attualità e disvela il paradosso tra chi ritiene l'energia nucleare fonte di guadagno e chi guarda all'energia alternativa quale unica via possibile per la salvaguardia dell'ambiente.
Pasquale Stigliani, Francesco Buccolo
FRAGOLE E URANIO. Scanzano Jonico: storia di una rivolta
Prefazione di Beppe Grillo
Palomar, 227 pagine, 18,00 euro
Ogni linguaggio ha la sua grammatica e il libro considera l'agricoltura industriale e quella tradizionale come due modi diversi di esprimersi e occuparsi di produzione, natura, mercato, ricerca.
L'agricoltura industriale utilizza prevalentemente i modi singolari, risultato di una impostazione riduzionista che tenta di forzare il mondo in poche regole e pochi standard. L'agricoltura tradizionale invece, predilige i modi plurali e la multìfunzionalità, la diversificazione.
Il principale spartiacque tra i due linguaggi è il modo in cui si rapportano alle sementi, elemento indispensabile per entrambi, ma oggi regolato secondo la visione industriale, che mal si adatta alle esigenze dell'agricoltura tradizionale.
Si rendono necessarie nuove soluzioni giuridiche, che mettano in discussione innanzitutto lo strumento del brevetto sul vivente e della proprietà intellettuale su scoperte e invenzioni. Prendendo a modello la rivoluzione avvenuta in ambito informatico con l'avvento del software open source e in ambito creativo con le nuove tecnologie che hanno consentito la condivisione delle creazioni in modalità wiki, gli autori suggeriscono di ripensare l'impianto giuridico relativo alle sementi sulla base di queste acquisizioni culturali.
Stefano Masini e Cinzia Scaffidi
SEMENTI E DIRITTI. Grammatiche di libertà
Slow Food editore, 184 pagine, 13,50 euro
C’è una domanda che spesso ci poniamo davanti alle cronache sempre più incalzanti che riguardano i minori. Perché molti bambini spariscono? Chi li porta via? Dove finiscono? Perché è così difficile ritrovarli?
Non solo i casi più noti che hanno appassionato l’opinione pubblica, come quelli di Angela Celentano e Denise Pipitone, ma anche le storie atroci della pedofilia, dei bambini usati per il traffico di organi da trapianto, dei bambini guerrieri.
Caterina Boschetti, già messasi in luce con il molto interessante Libro nero delle sette in Italia (dello stesso editore), si addentra nella selva delle ragioni nascoste dietro la sparizione dei minori.
Il risultato è un lavoro capace di affrontare il tema delicatissimo dell’infanzia negata, anche attraverso l’indagine di molte storie buie: dai rapimenti a scopo estorsivo alla sottrazione dei minori da parte di un genitore; dalla pedocriminalità (analizzati con attenzione i casi del mostro di Foligno e del mostro di Marcinelle), fino ai bambini usati come arma di ricatto, spesso politico, (vedi la sparizione di Emanuela Orlandi).
Caterina Boschetti
IL LIBRO NERO SUI BAMBINI SCOMPARSI. Una sconvolgente inchiesta sulla sottrazione e il traffico internazionale di minori
Newton Compton editori, 480 pagine, 9,90 euro
L'ascesa della Cina come superpotenza mondiale è sotto gli occhi di tutti, con le peculiarità e le contraddizioni che comporta l'innesto di un modo di produzione capitalistico su un regime comunista.
Alla radice di questa ascesa troviamo Mao Tse-Tung, guida carismatica del partito comunista cinese, a lungo un punto di riferimento per il pensiero marxista-leninista inter5nazionale. Operai, contadini, soldati e intellettuali della Cina hanno fatto del suo pensiero una vera e propria Bibbia e tratto dalle sue opere insegnamenti teorici e pratici. Le citazioni che compongono il Libretto rosso ci consegnano nella sua integrità il credo maoista, uno straordinario deterrente ideologico che ha trascinato le masse e infiammato gli animi di milioni di uomini.
«Quando le masse si saranno impadronite del pensiero di Mao Tse-Tung», scrisse Lin Piao, «esso diventerà una inesauribile sorgente di forza, una bomba atomica spirituale di potenza senza pari».
Federico Rampini, corrispondente da Pechino per il quotidiano La Repubblica, presenta il Libretto rosso, la base del pensiero cui la Cina ha costruito il suo futuro ultracapitalista.
Mao tse-Tung
IL LIBRETTO ROSSO. Citazioni
Presentato da Federico Rampini
Newton Compton editori, 237 pagine, 8,00 euro
Il confine che separa le ville dei ricchi dai bivacchi dei senza tetto è sottile come la lama di un coltello. Da una parte, donne avvolte nel profumo francese, domestici in livrea e ragazze au pair che parlano tutte le lingue del mondo. Dall'altra, le mense di carità, i giacigli improvvisati nel freddo della notte, l'amore rubato alla disperazione quotidiana. A cavallo tra questi due mondi, la favola feroce del ragazzo che divenne Lupo è un treno che corre lungo scene di ordinaria violenza e struggente stupore: aggressioni, lotte, tradimenti, omicidi e vendette che, senza tregua, impongono al protagonista di fare la sua scelta e di affrontare la dura scuola della vita.
Sullo sfondo di avventure nere e romantiche, le inquietudini della generazione degli anni Settanta, il furore politico e le battaglie a colpi di chiave inglese che anticipano i bagliori del terrorismo. Un racconto crudele e ammaliante, una storia dura ambientata tra i viali della prostituzione e gli accampamenti dei nomadi, le baracche costruite sugli argini del fiume e un fatiscente circo di periferia.
Dopo La legge di Lupo Solitario, un nuovo romanzo firmato dal cronista di nera Massimo Lugli e dedicato al volto violento e sconosciuto di una città nascosta nel ventre della metropoli.
Massimo Lugli
L’ISTINTO DEL LUPO
prefazin
Newton Compton Editori, 240 pagine, 9,90 euro