Dopo il successo di Corruzione ad alta velocità (35 mila copie vendute), Ferdinando Imposimato, magistrato molto conosciuto e Sandro Provvisionato, giornalista, direttore di questo sito, tornano a scrivere assieme, questa volta attorno al crocevia dei misteri d’Italia: il caso Moro.
Lo fanno con un libro scomodo che parte da un dato di fatto: in troppi volevano che Aldo Moro non tornasse libero perché Moro doveva morire. E se furono le Brigate rosse la pistola che lo uccise il grilletto fu tirato dagli uomini del potere, anzi dai suoi stessi compagni di partito.
Oltre alle ombre che ancora circondano il delitto Moro, quello che il libro smentisce è che non ci fu impreparazione ed approssimazione nelle forze di polizia in quei terribili 55 giorni del sequestro Moro, ma invece una precisa scelta di non salvare l’ostaggio. E che la ragione di Stato nel caso Moro non c’entra nulla, c’entrano semmai oscuri giochi di potere e precise ragioni di bottega.
Non è possibile scrivere del caso Moro senza mettere in evidenza il ruolo avuto dall’Ucigos, la polizia personale di Francesco Cossiga, ed il Comitato di crisi pieno di piduisti e amici amerikani, come Steve Pieczenik che nel libro rivela: “Sono stato io, lo confesso, a preparare la manipolazione strategica che ha portato alla morte di Aldo Moro”. 

Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato

DOVEVA MORIRE. Chi ha ucciso Aldo Moro. Il giudice dell’inchiesta racconta

Chiarelettere – 353 pagine + appendice, 15,60 euro

Alla fine qualcuno è riuscito a farlo parlare. Si tratta del giornalista francese Emmanuel Amara che con grande pazienza e abilità ha messo seduto davanti a lui per una lunga intervista uno dei protagonisti occulti del caso Moro, l’amerikano (la kappa è d’obbligo) Steve Pieczenik, del Dipartimento di Stato, consigliere (o sarebbe meglio dire consigliori) del ministro dell’Interno Francesco Cossiga durante quei tragici 55 giorni.
Pieczenick - che ha sempre rifiutato di essere ascoltato dalla commissione parlamentare sulle Stragi - è colui che alla fine avallò quella “ragion di Stato” - che però altro non era che ragion di bottega - che fin dalle prime ore del rapimento di Moro aveva deciso che lo stesso doveva morire.
Buona parte dell’intervista a Pieczenick, realizzata nel 2006, è citata in Doveva morire di Imposimato e Provvisionato, ma nella versione integrale sono agghiaccianti la freddezza, il cinismo e la vanteria con cui lo spietato americano racconta di come collaborò alla eliminazione di uno scomodo testimone.
E’ probabile che Pieczenick non abbia ancora capito che lui non manovrò nessuno, ma che anzi fu manovrato da piduisti e politici che volevano uccidere Moro e che nel delitto del presidente della Dc la ragion di stato e la lotta al comunismo, come invece lui crede, non c’entrano un bel nulla.    
Ha curato l’edizione italiana del libro Nicola Biondo.

Emmanuel Amara

ABBIAMO UCCISO ALDO MORO. Dopo 30 anni un protagonista esce dall’ombra

Cooper editore - 203 pagine, 12 euro

E’, questo di Paolo Chiariello, giornalista di Sky tg24, un libro di estrema attualità che affronta, con grande competenza, un fenomeno che ha scandalizzato il mondo intero: l’emergenza rifiuti in Campania.
Ma a leggere il libro si comprende bene che non di emergenza legata alla disorganizzazione si tratta, ma di una vera e propria industria che da più di 15 anni, con la complicità stretta tra camorra e politica, assorbe centinaia di milioni di euro, alimentando un vero e proprio sistema criminale.
Oggi in Campania un settore economico strategico, come quello alimentare, è entrato in una crisi di dimensioni inimmaginabili. Mentre il neo commissario all’emergenza Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia, sta lentamente consumando un ennesimo fallimento.
Leggere la cronaca attenta di Chiariello sulla catastrofe che ha investito Napoli e la Campania fa venire i brividi. Ma è una lettura molto istruttiva. Che spiega perché stiamo rischiando di perdere un altro pezzo di Paese Italia.

Paolo Chiariello

MONNEZZOPOLI. La grande truffa. Ecco dove sono finiti i duemila milioni di euro per l’emergenza rifiuti

Tullio Pironti editore - 180 pagine, 12 euro

La storia dei ricatti coincide con la storia del nostro Paese. Comincia sul finire degli anni Cinquanta con le schedature di massa che faceva il generale Giovanni De Lorenzo, l’uomo del minacciato golpe e del Piano Solo, ed arriva fino ai giorni nostri.
Sandro Orlando, giornalista del settimanale Il Mondo, con grande acume ricostruisce l’ultima parte dell’Italia dei ricatti, dei depistaggi e della fandonie, concentrandosi sugli anni che vanno dal 2001 al 2006 quando il Sismi, il servizio segreto militare, faceva seguire e intercettare magistrati, giornalisti e militari al solo scopo di minacciarli, ricattarli, screditarli.
Oggi il Sismi ha cambiato nome, cambiato capo, ma è sempre il solito servizio segreto militare che era quando si chiamava Sifar e poi Sid: un covo di spie infedeli e maneggione, ma anche - per nostra fortuna - pasticcione e confusionarie, e che alla fine vengono sempre smascherate.
C’è poi nel libro il capitolo della più ridicola commissione d’inchiesta parlamentare che sia mai stata creata, la commissione Mitrokhin, guidata da un personaggio pittoresco come l’ex giornalista Paolo Guzzanti. E poi altre figure di intrallazzatori di professione come il consulente Scaramella e il “testimone” Igor Marini. Gente priva perfino di fantasia: il primo indicava Romano Prodi come un agente del Kgb (ve lo immaginate?) e l’altro dava nomi in codice a Prodi, Fassino e Dini banalmente scontati (il nome in codice di Prodi? Mortadella. Ma và...).
Un libro da non mancare per capire come questo sia un Paese dove il passato non passa mai. E la scorciatoia del ricatto sia sempre in agguato.

Sandro Orlando

LA REPUBBLICA DEL RICATTO. Dossier segreti e depistaggi nell’Italia di oggi

Prefazione di Furio Colombo

Chiarelettere, 298 pagine, 14,60 euro

Perché c’è voluto un giornalista sportivo francese per raccontare la tragica (e misteriosa) fine di un ciclista italiano come Marco Pantani?
E’ quanto si chiede un cronista di razza come Gianni Mura nella prefazione a questo bellissimo libro di Philippe Brunel che ha condotto una vera e propria inchiesta sugli ultimi giorni vissuti drammaticamente da uno dei campioni più e discussi e amati del nostro sport.
Brunel si è trasformato in un giornalista investigatore. E’ tornato più volte sul luogo di quello che lui considera non un suicidio, ma un delitto. Ha parlato con chi lo ha visto per l’ultima volta, ma soprattutto con magistrati e investigatori per scoprire che ancora una volta questi ultimi hanno combinato un bel pasticcio. Con la fretta di chiudere una vicenda spinosa, hanno tralasciato troppi indizi che trasfigurano la vera fine di Pantani.
Non vogliamo anticiparvi nulla. Ma questo è un libro che apre un caso: il caso Pantani. Chi lo ha ucciso? E perché?
Ma questo è anche un libro di grande umanità che racconta i fallimenti di un campione, le sue grandi difficoltà e la sua sorprendente fragilità.

Philippe Brunel

GLI ULTIMI GIORNI DI MARCO PANTANI

Prefazione di Gianni Mura

Rizzoli - 303 pagine, 16 euro

ibs

I più giovani non possono neanche immaginarla quell’Italia attraversata, prima ancora che dalle ire del terrorismo, dai progetti di colpi di stato.
Eppure per più di 30 anni uno spettro si è aggirato per l’Italia: lo spettro del golpe. Golpe alla cilena, massonico, alla greca, da manuale americano. Il fine era sempre lo stesso: ordine e disciplina per condizionare a destra lo sviluppo del Paese.
Si va dal minacciato golpe De Lorenzo, dal nome del potentissimo generale che per oltre un decennio condizionò l’Arma dei carabinieri ed il Sifar, il servizio segreto militare, al golpe Borghese, che prende il nome dal principe che comandava la Decima Mas, passando per il golpe bianco del monarchico Edgardo Sogno fino ai maneggi di Licio Gelli e della sua Loggia segreta massonica P2.. Su tutto i segreti di Stato.

L’autore del libro è Gianni Flamini, giornalista bolognese, che ci ha già regalato una monumentale ed ormai introvabile opera intitolata Il partito del golpe.    

Gianni Flamini

L’ITALIA DEI COLPI DI STATO

Newton Compton Editori - 253 pagine, 14,90 euro

Si torna a parlare di terrorismo nero, un fenomeno certamente meno analizzato di quello rosso. Ne scrive Piero Corsini, giornalista di Mixer, trasmissione della Rai. Lo fa partendo dalla vicenda di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, i veri artefici dei Nar, i Nuclei armati rivoluzionari: un fascio di omicidi, una corsa nichilista con le armi in pugno e un’accusa sempre respinta di essere loro gli autori materiali della strage alla stazione di Bologna.
I Terroristi della porta accanto narra il folle disagio di una gioventù assediata dalla sinistra armata che sceglie la strada, lastricata di sangue, di una forma di spontaneismo armato senza progetto, venato solo di rabbia e rancore.
Il libro di Corsini è ben fatto. Specie nella parte in cui demolisce l’ormai assurdo teorema di Bologna.    

Piero Corsini

I TERRORISTI DELLA PORTA ACCANTO.

Newton Compron Editori - 300 pagine, 14,90 euro

Una lunga intervista con il presidente del Comitato “L’ora della verità” che da anni si batte per fare luce sui veri responsabili della strage di Bologna.
Un libro di parte, certamente, ma denso di notizie e di fatti sui quali la magistratura bolognese, da sempre lanciata su piste sbagliate (e non solo nell’inchiesta sulla strage alla stazione, basti pensare agli errori macroscopici condotti per i delitti dei poliziotti della Uno bianca) non intende indagare.
Una pietra tombale sembra essere stata messa su quella strage. La verità per molti a Bologna, a cominciare dall’associazione che raccoglie i familiari delle vittime, è evidentemente meno importante della politica. Ed è ormai solo per motivazioni politiche che quell’associazione continua a sostenere, ostinatamente, che la strage è stata una strage fascista. E si oppone a qualsiasi altro approfondimento.
Se davvero si indagasse sui veri responsabili della strage quante carriere (e non solo nella magistratura cittadina) verrebbero drasticamente ridimensionate?
Forse in questa risposta sta il vero mistero della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

Valerio Cutonilli

BOLOGNA 2 AGOSTO 1980. STRAGE ALL’ITALIANA.

Intervista al portavoce del Comitato “L’ora della verità” a cura di Gianluca La Penna

Edizioni Trecento - 390 pagine, 20 euro

Una lunga carrellata nei meandri dell’Italia autenticamente criminale, quella dedita anima e corpo ad accumulare profitti illegali, ma a tratti con qualche pretesa politica. Un’Italia criminale che accompagna il nascere della Repubblica con le imprese stragiste del bandito Giuliano, ma subito dopo si piega alle esigenze pecuniarie dei veri rapinatori, come i banditi di via Osoppo, per passare attraverso figure ormai tristemente mitiche della cronaca nera: Paolo Casarol, Luciano Lutring, detto il “solista del mitra”, ma anche assassini nati come Pietro Cavallero e Sante Notarnicola, politicizzatisi in carcere. Menti ribelli come quella di Horst Fantazzini, delinquenti allo stato puro come i marsigliesi, Francis Turatello e quelli della banda della Magliana. E poi Renato Vallanzasca, il bel Renè, e il Tebano,  Angelo Epaminonda e altri ancora.
Il libro non segue un filo logico, se non quello cronologico, e questo è un po’ il suo limite. Ma la lettura è gradevole e le informazioni ci sono.

Cristiano Armati

ITALIA CRIMINALE. Quella sporca dozzina. Personaggi, fatti e avvenimenti di un’Italia violenta

Newton Compton Editori - 347 pagine, 14,90 euro

Un contributo importante sulle origini della mafia moderna ci viene da questo libro di Ezio Costanzo, profondo conoscitore degli archivi di Washington. Molto si è scritto - e il più delle volte a sproposito - sul link mafia e alleati creatosi per favorire e poi gestire lo sbarco degli alleati in Sicilia durante la seconda guerra mondiale. Costanzo ha il merito di cominciare la sua analisi ed il suo racconto più da lontano, da quando la Naval intelligence ed il boss Lucky Luciano strinsero un patto scellerato allo scopo di bonificare dalle spie naziste e mettere sotto controllo il porto di New York che il mafioso di fatto aveva ai suoi ordini.
E’ da questo patto che si sviluppa l’apporto della criminalità organizzata allo sbarco degli alleati in Sicilia, prima con la nomina dei sindaci mafiosi e poi con l’alleanza in chiave anticomunista degli agrari con mafia, americani e movimenti separatisti.
E’ quella che ci propone Costanzo una ricostruzione storica molto ben documentata e che fa comprendere il radicamento della mafia siciliana nel tessuto nazionale e la sua lunga invulnerabilità. 

Ezio Costanzo

MAFIA & ALLEATI. Servizi segreti e sbarco in Sicilia: da Lucky Luiano ai sindaci “uomini d’onore”

Le nove muse editrice - 256 pagine, 19 euro

Certamente questo Storia della mafia del prof. Carlo Marino è uno dei tentativi più seri di raccontare, storicizzandolo, il fenomeno mafioso italiano.
Scevro da sensazionalismi, “trucidismi” e approssimazioni giornalistiche, questo lavoro merita l’attenzione di chi voglia avvicinarsi al fenomeno con occhio attento per capire e non per stupirsi. Per capire soprattutto che la mafia non è quel fenomeno criminale che ci raccontano le fiction televisive, qualcosa di avulso, di estraneo a noi bravi cittadini. La mafia è qualcosa di profondamente intrecciato con la storia del nostro Paese, con le sue fasi politiche, con gli imbrogli del Potere.
Unico limite del lavoro di Marino, docente di Storia Contemporanea a Palermo, è quell’insopprimibile politicamente corretto che fa considerare la mafia ancora un antistato e non una componente criminale, ma essenziale, dello Stato stesso. Una componente che, di volta in volta, viene usata o attaccata, favorita o combattuta a seconda delle convenienze.
Ma se volete leggere di mafia non potete prescindere da questo libro.

Carlo Marino

STORIA DELLA MAFIA

Newton Compton Editori - 411 pagine, 5,90 euro

E’ il best seller del momento, un libro che in un mese appena ha sfiorato le 100 mila copie venute. E’ un po’ il completamento dei tanti saggi scritti sulla corruzione in Italia negli anni di tangentopoli quando era in funzione il pool milanese di Mani Pulite.
Mani sporche ci racconta un’altra storia, però uguale nel suo assunto a quella che l’ha preceduta: la corruzione in Italia non si è mai esaurita. Anzi ha scoperto nuovi metodi e tra il 2001 ed il 2007 si è, di fatto, mangiata dopo la prima anche la seconda Repubblica.
Basta scorrere l’indice del libro per capire: si parte dal ritorno di Silvio Berlusconi ai vertici della politica italiana per finire con scandali i cui processi devono ancora essere celebrati, a cominciare, solo per fare un esempio, da calciopoli.
Inutile dire che il libro, firmato da tre inchiestisti di vaglia, come Barbacetto (ex Diario), Gomez (L’Espresso) e Travaglio (appare molto in Tv e scrive quasi ovunque), è molto ben documentato e non lascia margini a dubbi. L’Italia è e resta il Paese che le inchieste milanesi ci avevano svelato. Non è cambiato nulla. Ma ora sotto mira non sono più tanto i corrotti quanto i magistrati.

Gianni Barbacetto, Peter Gomez e Marco Travaglio

MANI SPORCHE. 2001-2007. Così destra e sinistra si sono mangiati la II Repubblica

Chiarelettere - 914 pagine, 19,60 euro

Due libri, in due versioni diverse, con lo stesso assunto: una critica documentatissima alla lobby israeliana che opera negli Stati Uniti e che, nei fatti, sta determinando il precipitare di Israele nel baratro della vergogna.
Il libro, davvero coraggioso, e bollato con la solita formuletta un po’ stantia dell’antisemitismo, usata da chi non accetta su Israele la minima critica, in realtà è scritto da due docenti universitari di spessore: John Meatsheimer insegna Scienze politiche a Chicago, Stephen Walt Affari internazionali ad Harvard.
Si tratta di un pamphlet che intende aprire una riflessione sul ruolo di un potere niente affatto occulto, ma palese e legale, che agisce in America e che è riuscito a condizionare enormemente il potere politico statunitense a rischio perfino della sicurezza degli stessi Usa.
Nessun accusa di complotto, quindi, ad un “potere ebraico” nascosto: una simile accusa sarebbe, questa sì, frutto di antisemitismo. Ma un ragionamento pacato, civile e quanto mai documentato, per capire perché gli Stati Uniti hanno sempre appoggiato Israele non nella ricerca della pace con i palestinesi, ma nei progetti più folli di repressione, colonizzazione ed assoggettamento di un popolo che, comunque la si pensi, ha diritto ad avere, al pari di Israele, un proprio Stato.
L’edizione pubblicata da Asterios contiene una bellissima lettera di Bertell Ollman, ebreo, docente all’Università di New York, che annuncia le sue “dimissioni dal popolo ebraico”.    

John Mearsheimer e Stephen Walt

LA LOBBY ISRAELIANA E LA POLITICA ESTERA DEGLI USA

Introdotto da una LETTERA DI DIMISSIONI DAL POPOLO EBRAICO di Bertell Ollman

Asterios editore - 116 pagine, 13 euro

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Due libri, in due versioni diverse, con lo stesso assunto: una critica documentatissima alla lobby israeliana che opera negli Stati Uniti e che, nei fatti, sta determinando il precipitare di Israele nel baratro della vergogna.
Il libro, davvero coraggioso, e bollato con la solita formuletta un po’ stantia dell’antisemitismo, usata da chi non accetta su Israele la minima critica, in realtà è scritto da due docenti universitari di spessore: John Meatsheimer insegna Scienze politiche a Chicago, Stephen Walt Affari internazionali ad Harvard.
Si tratta di un pamphlet che intende aprire una riflessione sul ruolo di un potere niente affatto occulto, ma palese e legale, che agisce in America e che è riuscito a condizionare enormemente il potere politico statunitense a rischio perfino della sicurezza degli stessi Usa.
Nessun accusa di complotto, quindi, ad un “potere ebraico” nascosto: una simile accusa sarebbe, questa sì, frutto di antisemitismo. Ma un ragionamento pacato, civile e quanto mai documentato, per capire perché gli Stati Uniti hanno sempre appoggiato Israele non nella ricerca della pace con i palestinesi, ma nei progetti più folli di repressione, colonizzazione ed assoggettamento di un popolo che, comunque la si pensi, ha diritto ad avere, al pari di Israele, un proprio Stato.

John Mearsheimer e Stephen Walt

LA ISRAEL LOBBY E LA POLITICA ESTERA AMERICANA

Mondadori - 442 pagine, 18,50

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Finalmente! Tornano i cronisti parlamentari di una volta, quelli per intenderci alla Guido Quaranta, giornalista dell’Espresso, che non si limitano a raccogliere le dichiarazioni del leader di turno, ma che, ragionando, ci raccontano vezzi e vizi, stili di vita e magagne di una classe politica ormai discreditata nel suo insieme e sempre più deprimente.
Carmelo Lopapa, giornalista di Repubblica, rinverdisce i fasti di una professione, quella del giornalista, che agli occhi del lettore appare sempre più asservita al potere o, nella migliore delle ipotesi, complice dello stesso.
Quello che Lopapa ci propone è un viaggio in un mondo che nella realtà è solo una finzione e che conta sempre meno, un mondo fatto di peones superpagati per schiacciare un pulsante e approvare leggi nate nel chiuso delle segreterie dei partiti e sulle quali nulla possono.
Il declino della classe politica italiana in un pamphlet intelligente e ben scritto. Da divertirsi, ma anche da morire di rabbia. Tenetevi forte. 

Carmelo Lopapa

SPARLAMENTO. Teofurbi, affarirsti, trasformisti, massoni, famigli.

Prefazione di Dario Fo e Franca Rame

Chiarelettere – 217 pagine, 12,60 euro

In tre anni quasi 100 arresti. Ruberie per 82 milioni di euro sottratti alla sanità pubblica di una regione, il Lazio. Al centro una donna, Anna Giuseppina Iannuzzi, passata alle cronache come Lady Asl.
In questo libro, Alessio D’Amato, appassionato consigliere regionale, e Dario Petti, giornalista giovane ma già di razza, raccontano un sistema fatto di tangenti, di strutture inesistenti, fatture false, falsi mandati di pagamento. Un’orgia di danaro che coinvolge personaggi pubblici e non, ex mogli di esponenti politici, amministratori di Forza Italia, dell’Uduer di Mastella e di Alleanza nazionale. Una vicenda piena di rivolti misteriosi (dov’è finita l’agenda di Lady Asl?), scritta in uno stile accattivante.
Chi credeva che tutto il marcio fosse emerso negli anni di tangentopoli legga questo libro per ricredersi.

Alessio D’Amato e Dario Petti

LADY ASL. La casta della Sanità. Fatti e misfatti

Editori riuniti - 126 pagine, 10 euro

Un libro forbito, intelligente, inatteso. Ma un libro che ci voleva. Con un titolo azzeccatissimo. I nazisti facevano il passo dell’oca, marziale, temuto ed inquietante. Gli ex giovani neofascisti di Gianfranco Fini che dal Msi-Dn stanno approdando all’area della democrazia cristiana europea nel loro tragicomico percorso (da Mussolini a Berlusconi) fanno il passo delle oche. Le avete presenti le oche ed il loro modo di camminare? Un andatura casuale, dondolante, un po’ tronfia e una po’ ridicola.
Alessandro Giuli, con arguzia, ci racconta proprio questa identità irrisolta dei postfascisti, partiti, almeno idealmente, dalle ordalie di morte del fascismo repubblichino per giungere nei salotti di Forza Italia, consapevoli che il loro cammino senza dirittura (anche morale) è ancora in cerca di approdi.
A ben vedere, però, il passo delle oche è lo stesso che sta tenendo la novità di questo momento politico, il Walter nazionale, il leader del Pd Walter Veltroni, partito dalle assemblee degli operai comunisti e arrivato ora nella sala di attesa di Confindustria. Quanto lo faranno aspettare ancora?
Speriamo che Giuli voglia occuparsi presto anche dell’identità irrisolta dei postcomunisti. Ci sarà da ridere.

Alessandro Giuli

IL PASSO DELLE OCHE. L’identità irrisolta dei postfascisti. Almirante, Fini, La Russa, Storace e gli altri

Einaudi - 176 pagine, 14,50 euro

Si può spiegare (o addirittura prevedere) l’evoluzione di un conflitto con la matematica? Questo libro ci spiega che sì, si può. Ed è un libro dedicato alla crisi tra Libano ed Israele, una crisi analizzata attraverso quella che si chiama fuzzy logic o meglio logica sfumata, una innovativa teoria di logica matematica che applicata allo scenario mediorientale può trasformarsi in una strumento decisivo nelle mani della diplomazia e della politica.
Il libro parte da una considerazione: le decisioni assunte oggi nei conflitti si basano sulla gestione di informazioni e di valutazioni che emergono analizzando gli scenari. La fuzzy logic analizza i numeri ma anche le parole. E supera il concetto boleano di vero o falso.
Dopo un inquadramento storico del conflitto e una descrizione delle diverse componenti presenti nello scacchiere mediorientale, il libro descrive prima e poi applica in modo chiaro ed efficace gli strumenti e le metodologie della logica sfumata ai diversi scenari possibili della crisi tra Isarele e Libano apertasi nell’estate del 2006.

Gisella Facchinetti, Francesco Franci, Giovanni Mastroleo, Vittorio Pagliaro e Gianni Ricci

ILLOGICA DI UN CONFLITTO. La logica fuzzy applicata alla crisi tra Israele e Libano

Premessa di Guido de Marco

Eurlink editori - 128 pagine, 14 euro

Davvero un bel libro quello scritto da Giulio Cavalli e Fabrizio Tummolillo, uomo di spettacolo il primo, giornalista il secondo, che affrontano un’altra pagina vergognosa della nostra storia: la strage all’aeroporto di Linate dell’8 ottobre 2001. 118 morti. Un incidente che nasconde una serie di assurde inadempienze sulla sicurezza nello scalo aereo milanese e poi un processo che condanna gli imputati a pene troppo lievi.
Il libro in realtà nasce da uno spettacolo teatrale molto bello la cui sceneggiatura viene ripresa all’inizio del libro. Poi il libro diventa una vera e propria inchiesta scritta con il ritmo del reportage d’autore che segue il rapporto della commissione d’inchiesta, le contestate sentenze di primo e secondo grado, mentre l’indagine prosegue on line assieme a molti contenuti multimediali.
Un libro che consigliamo caldamente. 

Giulio Cavalli e Fabrizio Tummolillo

LINATE. 8 ottobre 2001: la strage

Edizioni XII 210, 9,90 euro

Questo non è un libro per tutti. E’ un libro scritto da uno specialista, un giovane ufficiale dei carabinieri, Michele Zampelli, dalla scrittura felice e dalla profonda competenza.
Lontano da quanto cinema e televisione ci propongono a proposito di agenti che operano sotto mentite spoglie, e quindi agenti sottocopertura, Zampelli ci spiega la difficoltà di lavorare contro il crimine organizzato, fidandosi della complicatissima legislazione italiana, per nulla chiara in materia.
Si tratta infatti, come scrive nella presentazione il magistrato Alberto Cisterna, di “regole difformi, tenute assieme solo dalla generica aspirazione di assicurare alle forse di polizia strumenti investigativi più efficienti nel contrasto ai fenomeni criminali”. Fenomeni - va sottolineato - che privi di lacci e lacciuoli possono agire spesso agevolmente, specie nell’utilizzo di apparati elettronici.
Un libro per specialisti, lo ripetiamo, ma di grande suggestione e di enorme chiarezza.

Michele Zampelli

L’AGENTE SOTTOCOPERTURA. Nuove ipotesi di contrasto al crimine organizzato

Edizioni SEAM – 160 pagine, 11,50 euro

C’erano una volta Craxi ed il craxismo. C’erano una volta un modo di governare un Paese che sollevò amori e odi a non finire, ma che, comunque, era un modo di governare. Oggi Craxi è morto. Ed è morto male. Da latitante (o da esule dicono altri) schiacciato da accuse infamanti. Ma comincia a farsi strada l’idea che rispetto ai nanerottoli di oggi (e il riferimento non è solo alla bassa statura di qualcuno) perfino uno come Craxi fosse un gigante.
In questo libro uno che al fianco di Craxi ha vissuto per anni, il suo fotografo personale, Umberto Cicconi, racconta un’altra epoca che sembra distante anni luce. Lo fa con un ex D’Alema boy, intelligenza di spessore, oggi imprenditore, Luciano Consoli, presidente di una casa editrice, la Memori, che continua a dare contributi alla memoria (appunto) di questo Paese.
Il libro di Cicconi e Consoli si legge come un romanzo senza finale. Perché la fine, il giudizio compiuto della storia su Bettino Craxi deve ancora arrivare.
Ma se guardiamo il presente, forse pezzi del nostro passato possono davvero essere rivalutati. Almeno sotto il profilo politico.

Umberto Cicconi con Luciano Consoli

UMBERTO C. Dalla borgata all’archivio Craxi

Memori - 161 pagine + appendice, 13 euro

Il libro di Antonella Beccaria esce 14 anni dopo la cattura dei protagonisti del libro stesso, quella banda di poliziotti, guidati dai tre fratelli Savi (due agenti e un agente mancato) che per sette anni e mezzo, a cavallo degli anni Ottanta e Novanta, insanguinò Emilia-Romagna e Marche, assassinando 23 persone, fingendosi rapinatori sfigati e dal bottino quasi sempre misero.
Il libro non aggiunge nulla a quanto già si sapeva e fruga poco dietro a quella Uno bianca usata per le loro imprese dagli assassini in divisa (Loro dicevano: “Dietro alla Uno bianca c’è solo la targa”). Interessante e ben costruito il paragone con un’altra banda che aveva operato in Belgio, quasi allo stesso modo, ma quella sì aveva implicazioni nette e scoperte con i servizi segreti.
Buona la ricostruzione, anche se lo ripetiamo non originale, ma debole l’impianto investigativo. Alla fine della lettura resta intero il dubbio: ma chi erano davvero i poliziotti della Uno bianca?

Antonella Beccaria

UNO BIANCA E TRAME NERE. Cronaca di un periodo di terrore

Prefazione di Andrea Purgatori

Stampa alternativa - 162 pagine, 10 euro