Quante volte ci siamo chiesti se la Giustizia in Italia funzioni davvero? Forse ogni volta che un’inchiesta controversa ha inizio.
Quante volte ci siamo chiesti se la Giustizia italiana disponga di strumenti tecnico-scientifici adeguati per risolvere i casi più intrigati? Forse ogni volta che ad una perizia d’ufficio si contrappone una perizia di parte che dice l’esatto contrario.
Ma quando in campo, in teoria al fianco della Giustizia, scende il Potere Psichiatrico, allora, 99 volte su 100, uomini e donne assolutamente comuni finiscono con l’essere letteralmente strangolati.
Impreparazione della classe medico forense? Dilettantismo di psicologi ed assistenti sociali? Assoggettamento di queste figure ai pubblici ministeri? Il recente caso di Rignano Flaminio insegna qualcosa?
Nunzia Manicardi, assieme ad un legale decisamente e fortunatamente controcorrente, Francesco Miraglia, hanno scritto questo bel libro che ricostruisce decine e di casi di malagiustizia e di profonda ignoranza e mancanza di sensibilità dell’alleanza tra magistratura, psichiatria, psicologia e servizi sociali.
Un libro che si legge tutto di un fiato. Ma che il fiato lo toglie.

Nunzia Manicardi

CASI DA PAZZI. Quando Giustizia, Psichiatria e Servizi Sociali incrociano la strada del cittadino italiano

Prefazione di Francesco Bruno

Koinè nuove edizioni - 176 pagine, 14 euro

Conoscere per capire. Capire per prevenire. Chi sono i serial killer?
Uno psicologo di livello, Massimo Buttarini, una psicoterapeuta, Michela Collina, ed un magistrato, Michele Leoni, ci portano nei labirinti della mente degli omicidi seriali allo scopo di proporre un modello interpretativo dei moventi più intimi di un serial killer.
Che cosa c’è all’origine della loro pulsione omicida? Quali sono le ipotesi sociologiche? E quelle psicologiche?
Il libro analizza in dettaglio cinque vicende legate ad altrettanti nomi di serial killer: Marco Bergamo, Andrea Matteucci, Gianfranco Stevanin, Angelo Izzo e Robert Ressler. E si conclude con un ampia disamina sull’imputabilità e la punibilità dei reati omicidiari seriali. L’introduzione ad una discussione delicata e spinosa. Ma che è impossibile non fare.

Massimo Buttarini, Michela Collina e Michele Leoni

I SERIAL KILLER. Un approccio psicologico e giuridico al fenomeno

Experta - 472 pagine, 28 euro

Quando Bernardo Provenzano, detto “Binnu ‘u tratturi”, venne catturato, l’11 aprile 2006, all’indomani delle più combattute e contestate elezioni politiche italiane, in non pochi alzarono il ciglio con fare sospettoso. Una cattura perfetta, un omaggio perfetto dei corpi dello Stato al padrone politico di turno, di sinistra o destra che fosse.
Sorprese anche il modo spartano, al limite della sopravvivenza, che faceva da contorno alla vita di uno dei padrini più ricercati del mondo.
Del modo e dei tempi in cui si è giunti a quella cattura - che richiama alla mente quella altrettanto misteriosa di Totò Riina nel 1993 - della effettiva caratura della figura di Provenzano all’interno di Cosa nostra sarà forse la storia a dirci la verità.
Di lui restano però elementi concreti. Sono racchiusi in quei “pizzini” che ostinatamente Provenzano redigeva su una macchina per scrivere e che poi, puntigliosamente, avvolgeva all’inverosimile, ricoprendoli con dello scotch trasparente. Scoprire chi sono i destinatari dei “pizzini”, indicati in sequenza con i numeri da 2 a 164, può spiegare molte cose.
Una la sappiamo già: la lotta alla mafia è tutt’altro che conclusa. 

Salvo Palazzolo e Michele Prestipino

IL CODICE PROVENZANO

Editrice Laterza - 323 pagine, pagine, 15 euro

E’ un libro, questo scritto da Paolo Di Mizio, prestigioso anchorman del Tg5, che poco ha a che fare con un sito che tratta di misteri, segreti, oscure trame e delitti. Ma è un bel libro, ricco di suggestioni anche politiche, ed è per questo lo segnaliamo.
La Storia di Giuseppe e del suo amico Gesù e in primo luogo la storia di una grande amicizia. Un’amicizia che si spezza in due, lasciando che ognuno dei protagonisti compia il suo viaggio iniziatico alla ricerca della verità.
Ma è Giuseppe e non Gesù il vero protagonista di questo libro così tenero ed immediato. Giuseppe l’inconsolabile, l’uomo senza fede alla ricerca della fede. A fronte dell’uomo, Gesù, che della fede è invece l’incarnazione. Una visione laica e un’altra religiosa che anziché combattersi e respingersi si fondono nell’unica ricerca possibile: quella dell’uomo.
Un bravo a Di Mizio e alla sua scrittura fluida, avvolgente, per nulla didascalica, sempre ricca di immagini.

Paolo Di Mizio

STORIA DI GIUSEPPE E DEL SUO AMICO GESU’

Marsilio - 383 pagine, 19,50 euro

Una vicenda giudiziaria congelata, una condanna blindata, una pietra tombale messa sulla più orribile strage che l’Italia repubblicana abbia dovuto sopportare.
Perché, a distanza di 27 anni, la verità sulla strage alla stazione di Bologna fa ancora tanta paura? Perché il solo evocare piste alternative a quella ufficiale su questo eccidio provoca la stessa reazione di un ago infilato in un nervo scoperto?
Andrea Colombo, ex dirigente di Potere operaio, giornalista di punta del Manifesto, oggi portavoce di Rifondazione comunista torna a scrivere controcorrente sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti, 200 feriti), partendo dalla ricostruzione della vera storia di due terroristi neofascisti, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, rei confessi di molti delitti, ma condannati per la strage in processi tutti indiziari e pieni di depistaggi, a cui troppi giudici hanno creduto, per un massacro che non hanno commesso. Una strage anomala. A tuttoggi senza mandanti e soprattutto senza il minimo movente.
Il problema è che qualsiasi altro scenario di quella strage porta laddove molti vorrebbero non portasse e, soprattutto, rovinerebbe le carriere che proprio sull’inchiesta per la strage sono state costruite da troppi investigatori e troppi magistrati.
La domanda è: se ad occuparsi della strage di Bologna non fossero stati gli investigatori e la magistratura di Bologna, già protagonisti di gravi abbagli (leggi: la maledetta inchiesta sui poliziotti della Uno bianca o i finti Bambini di Satana, solo per non fare troppi esempi) oggi avremmo la verità?
Il libro di Colombo è da non mancare.

Andrea Colombo

STORIA NERA. Bologna. La verità di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti

Cairoeditore - 367 pagine, 17 euro

Da due donne scomparse, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, fino ad altre dieci uccise. L’ultima si chiamava Simonetta Cesaroni. In mezzo otto anni e un solo serial killer.
L’ipotesi è suggestiva, quasi romanzesca, ma i due autori di questo Dodici donne un solo assassino - un magistrato ed un giornalista - sembrano crederci fino in fondo, tanto che definiscono il loro lavoro un’inchiesta.
A dire il vero i legami che intercorrono tra un delitto e l’altro (alcune donne assassinate erano prostitute) sembrerebbero a prima vista molto labili, a volte un po’ tirati per i capelli. E l’intera “inchiesta” parte da un assunto particolare: non c’è l’attentato a papa Giovanni Paolo II dietro la scomparsa della Orlandi e della Gregori, m qualcuno di abbastanza vicino alla banda della Magliana che è un po’ la specialità del giudice Otello Lupacchini, appunto uno dei due autori.
Il libro comunque è ben scritto, avvincente ed ha la tenuta di un romanzo. Criminale?

Otello Lupacchini e Max Parisi

DODICI DONNE UN SOLO ASSASSINO. Da Emanuela Orlandi a Simonetta Cesaroni

Koinè nuove edizioni – 212 pagine, 12 euro

E’ anche questo un delitto infinito. Un giallo con troppe ombre.
Pier Paolo Pasolini, uno dei maggiori intellettuali italiani del ‘900, è davvero morto ad Ostia, assassinato da un borgataro, per un gioco sessuale finito male? Oppure dietro la sua fine si dipana una trama degna di quegli anni, gli inarchiaviabili anni Settanta, figli di un sussulto della politica intesa come forte, violento, dirompente confronto di idee, folli fin quanto si vuole, ma pur sempre idee?
Il giallo Pasolini, di cui Enzo Catania, “ricostruttore” per definizione, si occupa, venne archiviato in fretta e furia come un delitto maledetto, ma senza misteri. 20 anni dopo, l’assassino, un ragazzo difficile, ormai adulto, rompe il silenzio ed in un’intervista dice: “quella notte non ero solo”. Perché lo dice? Facile (e tragica) pubblicità a scoppio ritardato? Oppure davvero Pasolini è rimasto vittima di qualcos’altro, forse una trama con esecutori e mandanti che avevano individuato nell’intellettuale scomodo una sorta di caprio espiatorio?
Ci viene da chiederci che ruolo avrebbe oggi, se fosse ancora vivo, a 85 anni, una figura come quella di Pasolini? In tempi di oscurantismo ecclesiastico, di sessuofobia spinta all’eccesso, di negazione dei diritti affettivi primari, che spazio avrebbe avuto un omosessuale come lui? Se non lo avessero ucciso 32 anni fa, lo avrebbero bruciato oggi su di un rogo? 

Enzo Catania

GIALLO PASOLINI. Il 5 marzo 2007 Pier Paolo Pasolini avrebbe avuto 85 anni. La sera del 2 novembre 1975 chi c’era con Pino Pelosi a Ostia?

Agar edizioni - 457 pagine, 22 euro

Praticamente sconosciuta in Italia la storia che Lorenzo Matassa, magistrato arguto, racconta in questo libro è una storia oscura e misteriosa. E’ la storia di Enrico Forti, un italiano che sta marcendo nelle galere americane, accusato di un omicidio che forse non ha commesso o forse sì. Un delitto che, attraverso strade tortuose, riporta ad un altro assassinio, quello dello stilista Gianni Versace, vittima a Miami di un’altra vicenda piena di ombre.
Matassa, con la perspicacia dello scrittore, riesce a creare una trama pirandelliana dove quasi nulla è come appare.
Forti è colpevole o innocente? E’ un killer astuto o un ingenuo avventuriero? E gli investigatori e i magistrati americani hanno scoperto l’autore di un omicidio o hanno solo intessuto una tremenda tela che ha fatto prigioniero l’italiano?

Lorenzo Matassa

TRA IL DUBBIO E L’INGANNO. Da Versace al caso Forti una doppia trappola mortale.

Koinè nuove edizioni - 352 pagine, 15 euro

Torna anche per il 2007 Censura, il libro curato da Peter Phillips e da Project Censored che raccoglie le 25 notizie più censurate del mondo.
I casi affrontati sono i più disparati: dalla società americana Halliburton che sta vendendo tecnologia nucleare all’Iran alla grave crisi degli Oceani; dalla Banca Mondiale che anziché aiutare i Paesi poveri finanzia il muro della vergogna di Israele alla pericolosità degli OGM; dal fatto che l’invasione dell’Iraq facesse parte dell’agenda dell’Opec, l’organizzazione dei Paesi produttori di petrolio alla già tanto contestata versione ufficiale sull’attacco dell’11 settembre. E poi tante notizie verificate ma scientemente ignorate o peggio censurate dalla stampa mondiale.
Come al solito un libro invitante e intrigante che non è possibile ignorare. O peggio censurare.

Peter Phillips & Project Censored

CENSURA 2007. Le 25 notizie più censurate

Nuovi mondi media - 375 pagine, 19,50 euro

Non è un libro facile quello scritto lo scorso anno da Paolo Barnard, giornalista d’inchiesta, dalla scrittura aggressiva e pungente. Se lo segnaliamo adesso è perché questo libro fa parte di quell’esigua schiera di lavori editoriali che, come il vino rosso, con il passare del tempo migliora, o meglio diventa più appetibile.
E’ un libro che affronta il tema del terrorismo, ma finalmente con l’ottica giusta, partendo cioè dalla prima, vera ed inequivocabile forma di terrorismo, quella di Stato. E’ infatti proprio il terrorismo è l’arma che alcuni Paesi Occidentali hanno per primi utilizzato per affermare la loro visione dell’ordine mondiale. Ed è da questa forma di “terrorismo legale” che nasce, come reazione, quello, per intenderci, alla bin Laden.
E allora ecco la risposta all’interrogativo di sempre: Perché ci odiano con tanto livore? Perché i Paesi più poveri della terra sono finiti nelle mani di fanatici assassini intrisi di fondamentalismo religioso? Chi ha cominciato prima?
Barnard, con un’agile cavalcata storica, ci porta per mano nel labirinto della paura di stato: da Israele agli Stati Uniti, dalla Russia di Putin alla Gran Bretagna del potere coloniale. Alla ricerca della fonte primaria del terrore.

Paolo Barnard

PERCHE’ CI ODIANO. Se vogliamo sconfiggere il terrorismo dobbiamo smettere di essere terroristi. E fermare Stati Uniti, Israele, Gran Bretagna, Russia. Le prove, le storie e i documenti. Con un contributo di Giorgio Fornoni sulla Cecenia.

BUR - 346 pagine, 9,60 euro

Quale rapporto lega il terrorismo alla comunicazione? Che tipo di comunicazione è necessario conoscere per comprendere la portata militare, simbolica e politica delle azioni terroristiche? Perché l’11 settembre 2001 ci siamo trovati impreparati e facciamo così tanta fatica a recuperare una definizione comune dei fenomeni in atto? Come mai siamo ancora così lontani da un uso consapevole di quelle conoscenze remote (legate cioè ai processi di lunga durata e all'esistenza storica degli individui, delle civiltà e delle nazioni) che sole possono aiutarci a comprendere il presente e consentire un maggior grado di obiettività, o correttezza giornalistica?
A queste domande, Andrea Pannocchia, giornalista, dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione, tenta di rispondere con un saggio a cavallo fra sociologia, storia e politica, attraverso un'analisi originale del dibattito intellettuale scaturito dopo il crollo delle Twin Towers e una ricognizione di ciò che i media (quotidiani, TV, cinema e internet) hanno prodotto sia in Occidente sia negli ambienti vicini ai gruppi terroristici.

Andrea Pannocchia

TERRORISMO E DISTURBI COMUNICATIVI

Ipermedium libri - 125, 12 euro

L'intelligence è sempre stato il luogo dell'occulto e delle spie. La democrazia reclama invece trasparenza e libero accesso alle fonti. Come conciliare queste due esigenze?
E’ questo l’interrogativo a cui risponde in questo bellissimo libro Alessandro Ceci, brillante politologo, tra i massimi esperti di questioni di intelligence, secondo il quale, in passato, per garantire la sicurezza sociale e la stabilità delle Istituzioni nazionali, era possibile derogare al criterio della conoscenza con il segreto, cioè il segreto di Stato. Oggi, con l'avvento della società della comunicazione, molti di questi concetti sono cambiati.
La democrazia, che era il “potere in pubblico”, si è trasformata in “potere pubblico”, cioè il potere dell'opinione pubblica. Il nuovo Intelligence tende sempre di più a gestire la relazione tra i protagonisti della comunicazione. Non è necessario sapere se possiamo capire.
L’argomento che Ceci affronta è ostico, ma la sua scrittura brillante ed evocativa, piena di esempi, ci conduce lungo un percorso illuminato ed illuminante al termine del quale è possibile capire come dovranno per forza cambiare anche i famigerati servizi segreti.

Alessandro Ceci

INTELLIGENCE E DEMOCRAZIA. La relazione responsiva nella società della comunicazione

Rubbettino - 173 pagine, 14 euro

Un pamphlet dissacrante e divertente, ma anche un’analisi succinta e suggestiva del rappresentante dell’ultimo pontificato che, di certo, non ammalia le folle e non parla al cuore della gente.
In questo No No No Ratzy non è gay, la cultura volutamente blasfema di un laico illuminato e intelligente come Andrea Quattrocchi ben si sposa con una ricerca non superficiale su chi realmente sia, al di là delle apparenze, Benedetto XVI, o meglio Joseph Ratzinger, massimo esponente di una chiesa del passato, quasi medioevale, e del pensiero più sessuofobo e omofobo che esita.
Con maestria e tocchi velati di ironia, Quattrocchi ripercorre la carriera ecclesiastica di Ratzinger, evidenziando la svolta reazionaria che lo porterà al soglio di Pietro.
Il libro, maliziosamente, contiene anche un ritratto del bellissimo padre Georg. E dei loro gusti sartoriali. E non diciamo di più.
Da leggere. Per sorridere, ma anche per riflettere. E capire in che mani è finita santa romana chiesa.  

Angelo Quattrocchi

NO NO NO RATZY NON E’ GAY

Malatempora - 74 pagine, 12 euro

Per acquistare questo libro scrivere a: Malatempora, via Ettore Giovenale 44, 00176 Roma. Tel. 06.68804321 malatempora@libero.it

Una volta il gusto della ricerca storica, soprattutto di quella locale, arricchiva la conoscenza di fenomeni che solitamente venivano trattati a grandi linee e su scala nazionale. Era una scelta che legava gli autori alla realtà in cui erano vissuti, che meglio conoscevano, di cui meglio sapevano tracciare i contorni. Con il passare del tempo la schiera degli studiosi di storia locale si è assottigliata. Ma a volte anche loro ritornano.
E’ il caso di Dario Petti, giovane giornalista e studioso, appassionato della storia della sinistra nella realtà in cui vive. Con questo Il Partito Comunista italiano nella provincia di Latina, Petti ci propone un viaggio a ritroso nel tempo laddove oggi la destra italiana, anche quella più estrema, ha la sua roccaforte, ma che una volta era territorio fertile per istanze di cambiamento.
Petti ci regala così uno spaccato di storia di quello che una volta era la più grande organizzazione comunista d’Occidente, inserendo l’attivismo pontino, di una provincia cioè “minore”, nel quadro di una vicenda di lotte operaie e contadine assolutamente sconosciute.
Si dirà: è storia minore. Certo! Ma non bisogna dimenticare che sonmo sempre i particolari a rendere realistico un grande quadro.

Dario Petti

Il Partito Comunista italiano nella Provincia di Latina 1921 - 1956

Prefazione di Paolo Ciofi

D’Arco edizioni 199, 12 euro

Per l’acquisto scrivere a: dariopetti@libero.it

Della strage di Ustica in cui morirono 81 persone (27 giugno 1980) si è scritto molto. Ma è un molto che non è mai abbastanza perché una delle più gravi tragedie del cielo mai avvenuta in Italia è una tragedia voluta, un vero e proprio atto di guerra, ancora senza colpevoli.
L’ottimo lavoro investigativo, coordinato dal giudice Rosario Priore, non ha portato ad alcuna verità giudiziaria, tali e tante sono state le resistenze che il magistrato ha incontrato, tali e tanti i depistaggi da cui ha dovuto guardarsi. Anche la ricerca dei costruttori del muro di gomma che ha impedito di trovare la verità si è rivelata, almeno sotto il profilo giudiziario, nulla. Resta il fatto che, come scrisse il compianto senatore Libero Gualtieri, presidente della commissione stragi, l’82/ma vittima della strage si chiama Aeronautica militare, l’arma azzurra infangata dal comportamento dei suoi responsabili.
Questo libro, che racconta la strage attraverso il fumetto, è un libro prezioso. Per il linguaggio scelto, certamente, perché consente una diffusione più agevole, e di conseguenza una più vasta coscienza collettiva. Ma soprattutto perché è un lavoro ben disegnato, costruito e soprattutto ben curato da Fabrizio Colarieti, un giornalista esperto ed appassionato che ha anche dato vita ad un sito: www.stragi80.it, proprio sulla strage di Ustica.

Leonora Sartori e Andrea Vivaldo

USTICA. Scenari di guerra

Prefazione di Walter Veltroni

Beccogiallo - 144 pagine, 15 euro

Daniele Biacchessi, giornalista, uno dei più prolifici saggisti italiani, è sempre molto abile nelle ricostruzioni di storie del passato e del presente. I suoi libri non brillano per intuizione, speculazione, suggestione, interpretazione e neppure per coraggio, ma sono sempre puntuali nel riassumere le puntate precedenti. Libri di documentazione utili a chi scrive altri tipi di libri.
Chi è interessato a sapere come si arrivò a sgominare il penultimo tentativo di far risorgere le Brigate rosse, quelle che si autodefinivano Partito Comunista Combattente, quelle, per intenderci, guidate da Nadia Lioce e Mario Galesi deve leggere questo libro che ricostruisce minuziosamente l’indagine attraverso la testimonianza diretta degli investigatori, sulle tracce degli assassini di Massimo D’Antona e Marco Biagi.

Daniele Biacchessi

UNA STELLA A CINUE PUNTE. Le inchieste D’Antona e Biagi e le nuove Br

Baldini Castoldi Dalai editore - 177 pagine, 13,50 euro